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Beltane

27 Apr 2023Blog

La tradizione celtica festeggiava tutti i passaggi stagionali ed energetici più significativi nella ciclicità dell’anno e del Tempo. Comprendere questi passaggi è un risintonizzarsi con la Natura e con le sue energie.

Questa data è una delle 8 festività legate alla Ruota dell’Anno e al ciclo delle stagioni, celebrata come Beltane, festività che poi la Wicca ha assimilato per farne uno degli 8 sabbat.

Tra il 30 aprile e il 1 maggio si celebra un importante passaggio a metà strada tra l’equinozio di Primavera e il solstizio d’Estate, un passaggio festeggiato ovunque nel mondo agro-pastorale.

Nell’antica Irlanda in tale data si celebrava la festa gaelica più importante. Beletene, da cui Lá Bealtaine, il Sacro Fuoco, il Falò e il Fuoco Luminoso. Un’antica festa pagana gaelica che corrisponde con il primo giorno della fase estiva in Irlanda, tanto che in irlandese il nome di Maggio è Beltane.

Una festa che ha similitudini e origine comune con la festività gallese Calan Mai o Calan Half, che cade esattamente il 1° maggio.

L’antica festa gaelica oggi è stata integrata con rituali tipici delle celebrazioni germaniche di Calendimaggio.

La festa ha origine molto antiche, tanto che in tale data già gli Egizi festeggiavano Sham El Nessim e gli Assiri e i Babilonesi avevano feste analoghe.

Bel era il Dio primordiale della Luce in medioriente, venerato dai Sumeri già nel VI millennio a.C. La Sua Luce è quella che vitalizza l’agricoltura, che scalda e che dona nuove idee e intuizioni oltreché fertilità e abbondanza.

Si è scoperto che addirittura antichi circoli megalitici sono stati creati affinché in questa data si verifichino importanti allineamenti, a riprova dell’esistenza di una celebrazione già in epoca neolitica, anche se i riti originari sono oramai andati perduti ma sicuramente permangono a livello energetico nelle feste celtiche e del paganesimo contemporaneo.

Tante citta’ nel nome ricordano il Dio Belanu: Belluno, Belfast, Belleek, Belau, Belgrado. In Sardegna abbiamo ad esempio Ballao.

Cerchiamo le origini rituali di questa celebrazione che ebbe il suo culmine con i druidi.

Il bestiame sino a tale data era tenuto al sicuro dentro i ricoveri, costretto a dover rinunciare all’erba fresca e dolce. Per il primo maggio finalmente le mandrie e le greggi potevano essere portate ai pascoli.

Prima di farlo era necessario purificare le bestie e benedirle, e lo si faceva con dei sacri fuochi che accompagnavano la prima uscita: gli animali facevano una sorta di processione tra i fuochi. Arrivati alle radure o ai colli verdi di pascolo qui si iniziavano i festeggiamenti in onore del Dio Belanu, Dio protoceltico della Luce e della sua compagna Belisma, dea del Fuoco, i più importanti dei per gli antichi europei.

Al centro del Rito vi è l’Unione di Maschile e Femminile, in una notte in cui il mondo fisico e quello sottile si incontrano, i confini si fanno labili, proprio come a Samhain.

Inizia la Stagione Luminosa, quella in cui regna il Dio della Luce, che incontra la Grande Dea. Le Energie della Luce e della vita si manifestano nel loro aspetto più gioioso e trionfale.

Nella celebrazione rituale del paganesimo moderno si ricorda proprio la consumazione del rapporto tra la Dea e il Dio.

Arrivati nei verdi pascoli, uomini, donne e bestiame si raccoglievano a festeggiare.

Un grande palo era piantato nella Madre Terra, decorato di nastri colorati e fiori, a simbolizzare il Sacro Amplesso Cosmico tra il Palo che si innalza sino al cielo e conficcato nella Terra, simbolo di vitalità e festa di comunità. Si danzava intorno al palo ornato di nastri colorati e fiori, e ogni danzatore e danzatrice teneva un capo dei nastri, che danzando si intrecciavano in una complessa creazione spiraliforme variegata. La notte che seguiva era una notte di amore e passione per le coppie già consolidate che speravano in un sacro concepimento benedetto dagli dei, ma anche per nuove coppie anche temporanee.

Si consumavano latte, miele e idromele in questo tempo di desiderio e appagamento, in onore della Dea per la quale api e mucche sono sacri.

I Druidi per Beltane accendevano così dei Falò sulla cima di ogni colle e in ogni pianura, propiziando abbondanza e benessere. Animali e persone li attraversavano con questa finalità.

Anche dopo la cristianizzazione dell’Irlanda tale usanza persistette e ancora oggi è viva in molti luoghi. Anche in Italia molte comunità delle zone rurali hanno preservato queste tradizioni, soprattutto quelle di discendenza Ligure, Iberica e Celtica.

La notte di Beltane è la notte in cui si celebra il momento in cui la Natura vibra di maggior vitalità ed energia, mentre i prati sono coperti di fiori colorati e gli animali selvatici si accoppiano, mentre le prime primizie arrivano ad arricchire i frugali pasti invernali. È un tripudio di colori e profumi che eccitano anche i nostri sensi mentre le nostre vibrazioni si innalzano, perché scaldati finalmente dai forti e vigorosi raggi del Sole, e così ci ritroviamo all’aperto, cerchiamo compagnia per danzare, innamorarci, accoppiarci, festeggiando la Terra e i suoi raccolti. Si celebra l’Amore. l’Attrazione. il Corteggiamento, le antiche e nuove Unioni e gli Incontri. Tempo di nuove amicizie, di successo e di riconferme.

Si celebra la fertilità e finalmente queste energie possono essere incanalate per portare a compimento i progetti e realizzare le cose agognate.

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